L'aquila, nel periodo antico, rappresentava l'Icona di Giove, padre di tutti gli dei, e protettore dello stato. Come tale fungeva da simbolo del potere di Roma e del suo impero[senza fonte] ed era utilizzata come insegna da parte dell'esercito.
L'aquila bicefala, in età bizantina, assurse a rappresentare la Nuova Roma e le due metà dell'Impero, riunificate dopo la caduta dell'Occidente o l'unione di Asia ed Europa.
Dopo la caduta dell'impero romano l'aquila (singola o bicefala) venne utilizzata diffusamente quale simbolo araldico e come richiamo all'antica grandezza dell'Impero Romano. Partendo da Carlo Magno, primo imperatore del Sacro Romano Impero, l'aquila, simbolo di potere, si ritrova dunque negli stemmi delle maggiori dinastie europee e non solo ed essa è tuttora inclusa nello stemma degli Stati Uniti d'America, in quello della Germania e in quello della Russia.
In quanto simbolo di Giove Ottimo Massimo venne assegnata, per scelta del console arpinate Gaio Mario, come insegna di guerra a ciascuna legione romana. In battaglia e durante le marce era tenuta in consegna dall'aquilifer (aquilifero) e strenuamente difesa. La sua perdita era motivo di disonore e poteva causare lo scioglimento dell'unità.[senza fonte] L'aquila imperiale, infine, era uno dei simboli delle propri delle singole legioni romane.[1]